
Di seguito si riporta l’intervista rilasciata dalla nostra Presidente al Giornale di Pistoia e della Valdinievole che chiarisce ulteriormente i motivi che ci hanno spinto ad organizzare la manifestazione del 25 settembre ed anche lo spirito con cui lo abbiamo fatto.
– Lei è stata eletta da pochi mesi alla presidenza dell’Associazione che segue in maniera particolare la questione del Padule di Fucecchio dal punto di vista ambientalista e subito ha promosso la manifestazione che si terrà il 25 settembre. Perchè la sua prima iniziativa è una manifestazione di piazza?
Io faccio parte dell’associazione già da alcuni anni come semplice socia e lo scorso giugno sono stata eletta presidente subentrando a Simona Petrassi che aveva svolto questo ruolo per due mandati. L’associazione Amici del Padule nel suo complesso ha maturato nell’arco degli ultimi mesi la decisione di svolgere questa manifestazione per reagire ad una situazione di stallo e cercare di dare nuovo impulso alla ricerca di una buona soluzione della vertenza. La mia elezione non è da mettersi in relazione in modo diretto a questa decisione (suppongo che alla stessa decisione saremmo giunti nel caso fosse stata nominata alla presidenza un’altra persona, stante il carattere collegiale di tutte le decisioni e la democrazia interna dell’associazione).
– C’è chi ha scritto che ci sono venti di guerra in Padule ed è per questo che manifestate?
Noi non ci riconosciamo affatto in questa espressione e non vogliamo assolutamente alimentare “venti di guerra”. In realtà nutriamo ancora la speranza che si possa giungere ad un accordo istituzionale su questa vertenza che possa essere condiviso da tutte le parti in causa (istituzioni locali ed associazioni). Ciò che però ci preoccupa e ci ha spinto a promuovere questa manifestazione (che sarà pacifica e propositiva) è il fatto che da troppo tempo ormai persiste uno stallo sulla definizione dei rispettivi ruoli di istituzioni e Centro di Ricerca, che rischia di causare (ed in parte ha già causato) danni nella riserva e che sta riducendo in modo sostanziale la sua fruibilità. Siamo assolutamente convinti che occorra una gestione condivisa e che i comuni debbano partecipare e fare la loro parte, molto importante, nell’ambito della promozione turistica e in qualsiasi altra forma che attenga alle loro competenze, ma riteniamo fondamentale che al Centro di Ricerca sia confermato il ruolo di consulenza tecnico-scientifica che ha svolto per anni con ottimi risultati.
– Tra gli obiettivi che vi ponete c’è quello dell’allargamento dell’area protetta. Ma tutto il Padule è già area SIC e/o area Ramsar. Voi volete l’allargamento dei confini della Riserva Naturale?
Sì, noi vogliamo un ampliamento della Riserva Naturale, proprio in considerazione del fatto che si tratta di un’area umida di importanza internazionale (area Ramsar) oltre ad un sito di importanza comunitaria, e riteniamo che il fatto che solo il 10% della sua superficie sia effettivamente protetto non è più accettabile. Un ampliamento della riserva è già previsto nella pianificazione regionale (Strategia Regionale per la Biodiversità), oltre a rispondere alle indicazioni comunitarie presenti nella Risoluzione per la Biodiversità approvata dal Parlamento Europeo lo scorso mese di giugno.
Altre zone umide toscane di pari importanza sono tutelate per gran parte della loro superficie se non addirittura per tutta la loro superficie.
– Insomma, più conservazione e meno valorizzazione?
Questo è solo uno slogan un po’ provocatorio che abbiamo usato. Il senso è che talvolta il termine “valorizzazione” è utilizzato in modo secondo noi inappropriato per ad indicare interventi non sempre rispettosi della natura. Riteniamo che habitat preziosi come quelli presenti in aree naturali come il Padule di Fucecchio abbiamo di per sé un valore enorme e non necessitino di essere “valorizzati”