
Scavo di una nuova pozza
L’Ululone appenninico è un anfibio endemico dell’Italia peninsulare, che predilige ambienti collinari e montani. Specie eliofila e prevalentemente diurna. La distribuzione è prevalentemente appenninica, dalla Liguria fino alla punta meridionale della Calabria, ma con areale molto frammentato. La tipologia di habitat dove si rinviene più frequentemente e dove si riproduce è costituita da piccole raccolte di acqua, poco profonde e stagnanti (spesso temporanee), con scarsa vegetazione (pozze fangose, acquitrini, abbeveratoi del bestiame, fontanili ecc.).
A partire dalla seconda metà degli anni ‘90 è stata osservata da numerosi autori una marcata diminuzione della specie sia in termini di riduzione dei siti, sia in termini di riduzione degli esemplari rinvenuti nei siti ancora attivi. Tale tendenza si è accentuata negli anni successivi, a tal punto che nel 2009 la specie è stata classificata “in pericolo” nella Lista Rossa dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN). Le cause del declino sembrano essere in primo luogo riconducibili al deterioramento degli habitat riproduttivi ed alla perdita di connettività dei siti, ma un ruolo importante potrebbero averlo il cambiamento climatico (che riduce la durata delle pozze temporanee) ed il fungo parassita Batrachochytrium dendrobatidis.
Nel giugno 2013 ritrovammo una piccola popolazione di ululoni, in un sito individuato circa dieci anni prima da A. Bartolini e L.Salaris nella Val di Lima occidentale. All’interno di una piccola pozza d’acqua stagnante furono trovati tre adulti e numerosi girini. Il sito utilizzato per la deposizione era fortemente precario: la pozza si sarebbe prosciugata in breve tempo, e la probabilità che i girini arrivassero alla metamorfosi appariva molto bassa.
Decidemmo di intervenire per rendere più probabile la metamorfosi dei girini e aumentare la sopravvivenza degli individui attraverso i seguenti interventi:
Gli individui sono stati censiti, costruendo una scheda per ognuno, utilizzando il pattern ventrale per il riconoscimento individuale. Quando possibile, abbiamo misurato la lunghezza degli individui, dall’apice del muso alla cloaca.
Nei primi rilievi del 2013 non sono stati rinvenuti neo-metamorfosati o in individui in stadi giovanili (che invece furono rinvenuti numerosi alla fine dell’estate). Il numero di adulti catturati durante la stagione estiva è aumentato progressivamente dal 2013.Al momento attuale, abbiamo censito circa 90 individui.
Nel 2023 si è avuta una nuova importante riproduzione.