Ambientalismo o propaganda?
Per tutelare la natura occorre confrontarsi con il mondo scientifico
In questi giorni è circolato sui social il programma di un convegno organizzato dall’eurogruppo dei Conservatori e Riformisti (ECR) previsto per l’1 e 2 dicembre e attualmente in corso nella Sala Maggiore del Palazzo di Giano, dall’eloquente titolo ‘’I primi ecologisti. Il ruolo di agricoltori, allevatori e pescatori nel legame tra natura e sviluppo’’. Lungi da noi l’intenzione di voler aprire una polemica su un evento, che, peraltro mentre scriviamo non si è ancora concluso, ma riteniamo utile intervenire nel merito di alcuni aspetti sui quali crediamo sia della massima importanza intavolare un dibattito scevro da pregiudizi ideologici e da condizionamenti legati a interessi di settore.
Innanzi tutto non possiamo fare a meno di notare, fra le categorie citate e raffigurate graficamente sulla locandina della kermesse conservatrice, l’assenza di una componente che sarà invece assai ben rappresentata: quella dei cacciatori, alla quale appartengono personaggi politici di spicco, strenui difensori – spesso ben oltre i limiti della ragionevolezza – delle istanze del mondo venatorio. In compenso uno degli incontri previsti è intitolato ‘’Caccia e protezione della fauna e della flora autoctone – il ruolo dell’uomo come sentinella ambientale’’. D’altra parte è comprensibile la scelta di non dare troppo risalto alla caccia nella pubblicizzazione dell’evento, data la scarsa e declinante popolarità di questa attività.
Dispiace notare la totale assenza fra gli invitati di ecologi ed esperti nel campo della zoologia, della botanica e della gestione faunistica; ci chiediamo, dunque, dati questi presupposti, come sia possibile parlare di tematiche che richiederebbero un approccio informato da precise conoscenze di ordine tecnico-scientifico.
Fra i partecipanti leggiamo i nomi di politici, rappresentanti di categorie produttive e di consociazioni legate a interessi settoriali. Sorge dunque spontanea la domanda: a che pro?
Abbiamo sempre creduto nella politica quale sede di mediazione e di sintesi fra posizioni divergenti e crediamo anche fortemente nella necessità di un dialogo fra attori economici e mondo scientifico, tanto più su materie sensibili sulle quali si giocano la salute delle persone ed il futuro stesso della nostra specie sul pianeta. Ci rattrista perciò notare che i conservatori europei a Pistoia, nella cosiddetta ‘’Capitale del verde’’, abbiano perso l’occasione per dare alla loro iniziativa un forte valore dialettico e costruttivo, avendo piuttosto preferito impostare un evento in cui esponenti dell’agroindustria, cacciatori, pescatori e politici ‘’se la cantano e se la suonano’’ fra di loro. Purtroppo Bruxelles è lontana e la cronaca di ciò che accade nel parlamento europeo trova poco spazio sui media italiani. Vogliamo ricordare a beneficio di tutti che in quella sede pochi mesi fa è stata approvata la ‘’Nature Restoration Law’’, che prevede il ripristino del 30% degli habitat naturali danneggiati entro il 2030 e del 90% al 2050. Si tratta di un provvedimento fortemente voluto e sostenuto dalla comunità scientifica a livello continentale, stilato sulla base dell’assunto che l’integrità degli ecosistemi naturali è il presupposto fondamentale non solo per il benessere umano, ma anche per poter continuare a disporre di quelle risorse, essenziali per l’agricoltura e per l’industria, la cui rigenerazione passa da servizi ecosistemici e tutela della biodiversità. I politici invitati al convegno, del gruppo ECR, sono stati in prima linea nei tentativi di contrastare questa legge, fortunatamente ormai avviata ad andare in porto una volta per tutte. Ma sono stati anche in prima linea nell’affossamento di un’altra norma altrettanto importante, il SUR (regolamento sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari), riguardante la messa al bando di varie sostanze altamente pericolose utilizzate in agricoltura. Il provvedimento è stato rigettato pochi giorni fa da un fronte bipartisan, governo italiano in testa, sostenuto dalle lobby dell’agroindustria. Noi non intendiamo affermare che gli agricoltori non possano essere i ‘’primi’’ ambientalisti, come enfaticamente asserito nella locandina del convegno, ma crediamo tuttavia che ai proclami si debbano accompagnare contenuti coerenti, altrimenti non possiamo che denunciare l’ennesimo caso di greenwashing, propaganda vuota ed ecologismo ‘’di facciata’’ utile solo a nascondere le responsabilità di chi contribuisce al deterioramento delle risorse naturali. Non possiamo fare a meno di segnalare che nella descrizione dell’evento non figurano mai le parole ‘’ecosistema’’ e ‘’biodiversità’’, mentre leggiamo del ruolo dell’uomo come bio-regolatore. L’assai antropocentrico concetto che sottende a questa espressione ha poco a che fare con la tutela di habitat naturali e tradizioni umane, quanto piuttosto sembra rimandare all’idea che la natura vada plasmata ponendo al di sopra di tutto presunte ragioni economiche.
La tutela dell’ambiente è una cosa seria, che richiede una buona dose di idealismo ed empatia, ma anche competenze specifiche, titoli ed un adeguato lavoro di studio e ricerca; non si può pensare di lasciare la gestione faunistica, il controllo delle specie alloctone (sulle quali certe categorie non sono incolpevoli) o le politiche agro-forestali nelle mani di soggetti improvvisati che, magari, sono portatori di interessi particolari in tutto e per tutto lontani e divergenti rispetto alle necessità della salvaguardia di specie, habitat, paesaggio e salute umana.
Le associazioni ambientaliste pistoiesi promuoveranno, a loro volta, un convegno pubblico dove presenteranno la propria visione ed inviteranno le componenti culturali e politiche della nostra città a confrontarsi su questi temi cruciali.
Amici del Padule di Fucecchio per la Biodiversità
Legambiente – Circolo di Pistoia
Lipu – Sezione di Pistoia
WWF – Pistoia e Prato
Pistoia, 1 dicembre 2023